Anti-arte è qualsiasi opera che può essere esposta in un contesto "tradizionale" ma che di fatto denigra l'arte stessa o ne stravolge la natura. Il termine è da attribuirsi all'artista franco-americano Marcel Duchamp, il cui lavoro Fountain - un urinale - fu il primo esempio del genere.

Con la sua opera, Duchamp metteva in discussione la funzione stessa dell'arte e dell'artista in un momento storico in cui restava poco spazio di azione per l'artista nella società. Si trattava, quindi, di un intervento provocatorio, che mirava a far riflettere sulla capacità del gesto artistico di nobilitare anche la realtà comune più bassa e volgare. L'artista, per il fatto stesso di essere tale, propone agli spettatori oggetti banali, come una ruota di bicicletta o un urinale, e li fa diventare opera d'arte.

Queste riflessioni hanno poi portato ad una reinterpretazione globale della figura dell'artista, che è sfociata in una valorizzazione del gesto artistico più che dell'oggetto artistico in sé.

L'opera di Duchamp ha a che fare col movimento Dada; si noti però che mentre quest'ultimo fu di per sé limitato all'Europa occidentale del primo '900, l'anti-arte ebbe maggiore diffusione. Esempi di anti-arte si hanno, infatti, fino ai giorni nostri: da Duchamp in poi, diversi movimenti artistici sperimentano l'anti-arte.

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